Giovanni Novaresio nasce a Napoli (1919), ma il suo nome è legato indissolubilmente alla storia dell'arte contemporanea a Genova. In questa città frequenta infatti l'Accademia Ligustica di Belle Arti, istituzione che nel 1947 lo nomina accademico di merito. 

Nel dopoguerra fonda insieme allo scultore Sandro Cherchi la galleria Genova e l'Isola, punto di riferimento per gli artisti di avanguardia del capoluogo ligure: Novaresio diviene un punto di riferimento per molti giovani, come Giannetto Fieschi che dichiara molti anni dopo “Incontrai Giovanni Novaresio. A lui devo molto. Mi ha istruito nei principi  e dato moltissimo”. Dal 1954 soggiorna ripetutamente in Somalia, che diviene la sua seconda patria: ottiene commissioni per numerose opere pubbliche in questa nazione, che gli ispira le tele che più contraddistinguono la sua produzione: le giovani somale e i pastori identificano la sua pittura tanto da farlo conoscere come “Giovanni l'Africano”. 

Rientrato in Italia, nel 1965 dipinge il grande affresco per la chiesa di Santa Teresa di Albaro (Genova), collaborando con l'amico Lorenzo Garaventa che progetta l'altare maggiore. La sua pittura si indirizza in questo periodo verso l'astrazione: l'artista si esprime con una cifra originale, tra  geometrico e informale. Le forme aniconiche nel tempo perdono rigidità fino a divenire esplosioni di colore. 

Instancabile ricercatore, si spegne nel 1997, mentre sta lavorando alla preparazione di una personale, tenutasi postuma (Godiasco, 1997).

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